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Raoul Cecchini nasce a Ravenna il 22/03/1958, vive e lavora tra Milano e Camagna Monferrato.

FUORI DALLE SCULTURE, dentro all'arte...

In tempi oscuri alla lettura dell'arte contemporanea, in cui i valori di visibilità e apprezzamento sembrano inseguire in modo confusionario la non logica dei prodotti e del loro consumo, è pur sempre confortante riconoscere la caparbia e indiscutibile vitalità di fare arte.

Nella confusione generale che va cercando eventi sopra eventi, è appassionante la ricerca dell'autenticità e della forza inconsapevole e profonda dell'atto creativo.
E lo vediamo concretamente attuato da Raoul Cecchini formatosi scultore fuori dalla scultura in un continuo e sofferto autoritratto.
Ci sarebbe molto da dire sull'improvvisazione come qualità, come stupore che ha origine al momento dell'invenzione e che rimane eguale a se stessa in chi osserva.

Relitti metallici ormai inutili, frammenti e sezioni di ferro, alluminio e anonimi scarti di leghe ferrose vanno componendosi in oggetti nuovi forgiati e saldati, squarciati e fusi insieme dall'ossidrico Raoul, apparentemente lontano come professione dall'essere artista.
Proprio per questo lo è, perché assomiglia egli stesso alla costruzione finale di una sua opera, composta inaspettatamente da elementi remoti e dismessi.

Con l'energia entusiasta del bambino che conosce sapientemente le ragioni del gioco, il Cecchini scopre analogie e metafore con una sicurezza allucinata ed ironica, chiedendo spazio prepotente per le sue creature minerali irriverenti nella propria dignità interiore, che sembrano respirare il disprezzo per tanti oggetti inutili di consumo.
Raoul Cecchini va guardato con rispetto e interesse, augurandosi che siano proprio i suoi testimoni inquietanti ad indicargli la via per approfondire ulteriormente le seducenti intuizioni che lo spingono a creare.
Senza retorica, senza indulgere in facile catastrofismo, l'artista è nell'inconscio legato ad autori come John Chamberlain degli anni '60, alla Pop Art dura dell'emozione (Dine, Lee Bontecou), ed anche al graffitismo metropolitano segnico e deambulante, sfiorando spesso il classico rigore delle composizioni costruttiviste e la scanzonata stagione Dada.

Raoul Cecchini è sicuramente all'interno dell'autentico movimento dell'arte contemporanea, senza citazioni volontarie, e per questo confermando la validità delle esperienze precedenti alla sua e del suo stesso lavoro.
Talvolta ci si trova di fronte a rievocazioni e rivoluzioni armoniche dell'artigianato liberty, se tale si può chiamare il lavoro di inizio secolo del Mazzucotelli.
                                                         

Daniele Oppi, aprile 2000


Lettera da Vignale

Intuitivamente e casomai ci càpiti di pensarlo, pensiamo al metallo come a un materiale freddo, quasi glaciale. Il "metallo pesante" dello "Heavy Metal" non fa che sottolineare una moderna ripulsa per le pillacchere del sentimento e, con queste, per il calore che da quelle promana. Sia lo spirito romagnolo che s'affaccia ridanciano e salace in alcuni dei suoi lavori, siano i segreti del ferro e della luce o i capricci del plexiglass, sia come sia, dalle "non - sculture" di Raoul viene fuori un guizzo tutt'altro che freddo. D'altronde, l¹abbozzo narrativo che in certi titoli accompagna le corrispondenti non - sculture, come lo stesso autore preferisce evocarle,sembra indicare una direzione analoga.

Candenaso e Candelabbra, per esempio, ma anche la serie, anzi la coppia di amanti del melo parlante. Titoli e produzioni dai quali si ricava un non so che di divertito che ha il gusto del calore.
Non per caso le più recenti applicazioni di Raoul si esprimono volontieri con l'assemblaggio di stravaganti scenari simili a paesaggi luminosi, la cui materia si compone ancora una volta di ferro ma anche di legno e trasparenti materie plastiche. E di luce.
Che cosa può spingere Raoul a dar materia alle sue forme e una forma alla luce e alla materia?
Per chi non lo sappia, o se lo sia dimenticato perché la fanciullezza é ormai alle spalle, dare forma é un sommo piacere, oltre che un dovere.

Perfino l'Altissimo non ha saputo fare a meno della forma almeno secondo l'iconografia che lo raffigura a nostra immagine e somiglianza, e nemmeno delle forme, che nella natura sono semplicemente innumerevoli.
Quanto a noi sconquassati mortali, passiamo buona parte del nostro tempo, o delle nostre stagioni, nel conferire una forma a ciò che non ne ha, alle dimenticanze dell'Onnipotente. La scuola, per dirne una, ci forma, male o bene che sia, e quanto del lavoro "nobilita" l'uomo secondo il proverbio, non é altro che una formazione verso la sua solidità e resistenza - e sopravvivenza. E' difficile immaginare l'entusiasmo - secondo l'etimologia greca pari a "esaltazione divina" - nel doveroso riprodursi di un lavoro sempre uguale a se stesso.
Il processo di formazione, insomma del dare forma alle cose, solo di rado si esprime nel puro e semplice lavoro routinario.

A meno che il lavoro non abbia a che fare con l'arte, la sapiente e impegnata, ma anche sollazzevole, spesso sognante o magari utopica manipolazione della materia. Questo per dire che l'arte di Raoul, la quale ha in se quel tipo di fatica che titilla e insieme frastorna l'anima creativa, e che a chi non la frequenta pare solo una passeggiata intellettuale, sembra venire in buona parte dalla spassosità del gioco: il che non toglie la propensione all'impegno che il gusto chiama. E non solo il gusto: la manipolazione stessa della materia è affamata di concentrazione e impegno. Manipolare gigantesche lastre di metallo, piegarle, perforarle, e dare loro un'espressione. Raoul crea e si diverte a tal punto, da riuscire divertente anche a noialtri suoi fruitori. Guardiamolo, allora.
                                           

l'amico Fabio Santopietro



Mostre/Esposizioni

Le sculture di Raoul sono attualmente in esposizione a:
- Mostra permanente in Camagna M.to Alessandria sabato e domenica. Altre cose le trovate da: Fatamucco, Gambettola (Cesena).

Precedenti mostre:
- Pasqua 2005, altare maggiore del Duomo di Milano installazione Linea punto, punto linea
- Mostra permanente in P.zza Lenti Camagna Monferrato AL.
- Guggenheim Caffè Milano Aprile 2001
- Casale Monferrato, Ex Corte d'Appello - maggio 2000
- Milano, Adima Art Studio - novembre dicembre 1999
- Milano, Bergognone - novembre 1999
- Milano, Julien Cafè - ottobre 1999
- Moncalvo (AT) - agosto 1999
- Camagna Monferrato (Al) - settembre 1998

 

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